E’ un fenomeno inspiegabile, ma ancora una volta Giove ha perso una delle sue bande equatoriali, più precisamente quella lungo la quale appare la Grande Macchia Rossa. Emerso da poco dai bagliori del Sole, mentre era in congiunzione con esso, dopo tre mesi di non visibilità Giove ha rivelato una spettacolare novità.
Di solito il pianeta mostra due bande oscure nella sua atmosfera, una nell’emisfero settentrionale e una in quello meridionale (South Equatorial Belt, SEB). Ed è proprio quest’ultima ad essere scomparsa.
Il giornalista e astrofilo Bob King, soprannominato “Astro Bob”, uno dei primi ad osservare il fenomeno, ha affermato che “Giove con una sola banda equatoriale assomiglia molto a Saturno quando i suoi anelli sono di taglio e dunque invisibili per un certo tempo: non sembra nemmeno lui“.
E in effetti, ad osservare le immagini, Giove è cambiato. Non è la prima volta che succede: periodicamente, ogni 10 o 15 anni Giove perde una delle sue bande e ancora oggi si sta cercando di capire il motivo. In realtà, la fascia equatoriale è una delle regioni più sensibili ai cambiamenti climatici. Si parla di South Equatorial Belt Disturbance e la sua evoluzione è osservabile quasi in tempo reale formandosi e scomparendo nell’arco di poche settimane. Quindi, ci si aspetta che fra qualche settimana, una nuova fascia equatoriale potrà ricomparire formando prima un ovale biancastro e poi, via via, si estenderà su tutto il pianeta a causa del riversamento di materiale più scuro proveniente da altri strati atmosferici più profondi e con i forti venti equatoriali che stirano il materiale formando le varie strisce.
Giove senza la barra equatoriale sud. Cortesia: Anthony Wesley su http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1277734/Jupiter-loses-stripes-scientists-idea-why.html .
Di solito il pianeta mostra due bande oscure nella sua atmosfera, una nell’emisfero settentrionale e una in quello meridionale (South Equatorial Belt, SEB). Ed è proprio quest’ultima ad essere scomparsa.
Il giornalista e astrofilo Bob King, soprannominato “Astro Bob”, uno dei primi ad osservare il fenomeno, ha affermato che “Giove con una sola banda equatoriale assomiglia molto a Saturno quando i suoi anelli sono di taglio e dunque invisibili per un certo tempo: non sembra nemmeno lui“.
E in effetti, ad osservare le immagini, Giove è cambiato. Non è la prima volta che succede: periodicamente, ogni 10 o 15 anni Giove perde una delle sue bande e ancora oggi si sta cercando di capire il motivo. In realtà, la fascia equatoriale è una delle regioni più sensibili ai cambiamenti climatici. Si parla di South Equatorial Belt Disturbance e la sua evoluzione è osservabile quasi in tempo reale formandosi e scomparendo nell’arco di poche settimane. Quindi, ci si aspetta che fra qualche settimana, una nuova fascia equatoriale potrà ricomparire formando prima un ovale biancastro e poi, via via, si estenderà su tutto il pianeta a causa del riversamento di materiale più scuro proveniente da altri strati atmosferici più profondi e con i forti venti equatoriali che stirano il materiale formando le varie strisce.
Giove senza la barra equatoriale sud. Cortesia: Anthony Wesley su http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1277734/Jupiter-loses-stripes-scientists-idea-why.html .
Giove mostra nella sua atmosfera una varietà di dettagli mutevoli che, per comodità di studio, vengono distinti in “bande” e “zone”: le bande sono le fasce scure dell’atmosfera, le zone quelle più chiare. Le tonalità vanno dal giallo chiaro al marrone scuro. La formazione delle fasce è associata alla rapida rotazione del pianeta, che avviene in senso diretto e che dura meno di 10 ore: la più breve fra tutti i pianeti. All’equatore questa si traduce in una velocità di rotazione di 40.000 km/h. La continuità delle fasce è interrotta da nubi irregolari e da macchie ora brillanti ora scure. Alcune hanno breve durata e variano notevolmente da giorno a giorno, suggerendo una considerevole turbolenza sotto il livello esterno. Altre macchie persistono per molto tempo. Degna di nota è sicuramente la Grande Macchia Rossa, scoperta dall’astronomo italiano Gian Domenico Cassini nel XVII secolo, una formazione anticiclonica osservata molto bene fin dalle missioni Voyager.
L’origine della colorazione delle fasce rimane un mistero, sebbene la causa sia individuabile nella presenza della chimica complessa che costituisce l’atmosfera. La tonalità è correlata con l’altitudine: le formazioni tendenti all’azzurro sono le più profonde, seguite dalle marroni, da quelle bianche e, infine rossicce, le più elevate.
Fonte: MailOnline: http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1277734/Jupiter-loses-stripes-scientists-idea-why.html . Lo stesso articolo è stato pubblicato su GruppoLocale.it alla pagina: http://www.gruppolocale.it/?p=2268 .
Si ringrazia Sabrina Masiero per l'atricolo .
3 commenti:
Innanzitutto, ti mando un saluto grandissimo, Luca.
E' da tanto che non ci sentiamo e non ci vediamo, però ci tengo a farti sapere che la nostra amicizia era una cosa vera e non potrà mai tramontare, nonostante non ci siano state più occasioni per vedersi.
Passando all'articolo, devo dire che l'ho trovato veramente interessante. Non pensavo che fosse possibile una cosa del genere. Sapevo che si trattava di fenomeni atmosferici di Giove, però pensavo perdurassero da centinaia di migliaia di anni e non credevo fossero soggetti a mutamenti di breve periodo. In effetti è stata una vera e propria rivelazione.
Ciao
Simone
Grazie di cuore per la condivisione, Luca.
E' un grandissimo piacere leggermi anche qui.
E grazie a Simone per il commento.
Sabrina
Grazie a te Sabrina per avermi dato la possibilità di mettere il tuo articolo sul mio blog..
@ simone ci sentiremo presto...
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